Di fronte all’incapacità sperimentata di giungere al piacere del coito, lo sforzo deliberato è quello di lasciarsi andare alle sensazioni, cui consegue un frustrante fallimento poiché l’eccesso di attenzione sul raggiungimento dell’orgasmo porta la persona a non godersi tutte quelle tappe che, se vissute, consentirebbero di arrivare al culmine del piacere.
Si tratta di una variante di paradosso simile a quello che si realizza nell’uomo, ma non identica, per le differenze fisiologiche che sussistono tra i due. Nell’uomo infatti il processo fisiologico che porta all’amplesso è molto più meccanico di quanto non avvenga nella donna, nella quale il piacere aumenta man mano di livello e non in maniera lineare, quindi con picchi che divengono sempre più elevati fino a raggiungere l’apice.
Tale escalation è resa possibile dagli aumenti progressivi di piacere che, a loro volta, implicano un coinvolgimento non solo del corpo, ma anche della mente. Se quest’ultima come accade in tale variante di problema, si impegna nell’ascoltare costantemente i più piccoli segnali che indicano un incremento del piacere fino all’obiettivo, inibisce il sentire spontaneo. La naturalezza necessaria per provare il piacere viene così impedita, irrigidendo il corpo nell’atto di ascoltarlo. L’effetto sarà un allontanamento dalla possibilità di realizzare ciò che si desidera.
(Nardone, Balbi, Boggiani 2020)
Grazie ad un protocollo specifico di trattamento messo a punto dal professor Giorgio Nardone e dai suoi collaboratori, in tempi brevi si possono aiutare le persone che soffrono di tale problematica ad avere il normale raggiungimento del piacere sessuale.
“Ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire.”
Lucio Anneo Seneca