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Una delle forme moderne di panico, talmente in espansione da essersi meritata un posto a sé nei manuali diagnostici, è la cosiddetta fobia sociale.
Secondo il professor Nardone, questo tipo di disturbo, che conduce nella sua esasperazione ad attacchi di panico in concomitanza con l'esposizione al contatto sociale, è più una forma di ossessione del rifiuto e del giudizio da parte degli altri che una vera e propria paura. Del resto, la reazione di panico può essere indotta non solo dalla paura ma anche da ossessioni o da altre forme di percezione alterata di se stessi, degli altri o del mondo circostante. Il “fobico sociale” si sente comunque rifiutato o giudicato male dagli altri; non ha soltanto paura che questo possa avvenire, ne è sicuro in partenza.
Pertanto, egli si pone nei confronti degli altri in maniera sempre diffidente e circospetta, creando, proprio mediante tale atteggiamento difensivo, quella disposizione nei suoi confronti che gli conferma il rifiuto o il giudizio negativo.
Questa patologia provoca quindi effetti davvero drammatici di isolamento sociale, che possono gravemente inficiare la vita di una persona, rendendola incapace di relazionarsi con gli altri e con il mondo circostante. I casi più severi conducono a una vita limitata ai contatti con la propria famiglia di origine; nella maggioranza dei casi il disturbo non giunge a tali tragiche esasperazioni, ma rappresenta una sorta di “spada di Damocle” sospesa in permanenza sopra la testa del soggetto ogni qualvolta questi si espone a contatti sociali nuovi o vissuti come rischiosi. In questi casi la persona limita la sua vita di relazione al rapporto con le persone con le quali si sente sicuro, perchè conosciute da molto tempo e di comprovata fiducia; il terrore scatta nei confronti delle situazioni interpersonali ove si sente sotto osservazione o giudizio.
Il fobico sociale vive nella costante vigilanza o tende all'elusione delle situazioni di rischio, oppure si protegge con la compagnia di persone fidate. Questa strategia protettiva però non lo salva dal sentirsi osservato, giudicato e spesso rifiutato dagli altri, e nel momento del disagio l'unica strategia possibile per evitare il panico è rappresentata dalla fuga. Questa tipologia di disturbo richiede un trattamento decisamente diverso da quello richiesto dalle forme di paura pura, poiché qui è necessario lavorare sulla convinzione di essere giudicati e/o rifiutati dagli altri, piuttosto che nel superamento della paura di affrontare situazioni vissute come spaventose (Nardone 2003).
Grazie ad un protocollo specifico di trattamento messo a punto dal Professor Nardone e dai suoi collaboratori, la fobia sociale può essere trattata in tempi brevi e la persona liberata da tale invalidante patologia, può scoprire la libertà di esporsi al mondo esterno e il piacere che si può ottenere dalle relazioni sociali.
“Non può vivere senza timore chi è causa del suo timore”.( Epicuro,Scatti morali)