Secondo il *DSM-III-R, le manifestazioni essenziali di questo disturbo sono livelli, inappropriati per l’età, di distraibilità, impulsività e iperattività. Le alterazioni possono ricadere in tutte le aree o in alcuna di essa, con gravità variabile. Le situazioni nella quali maggiormente compaiono le manifestazioni del disturbo sono: la casa, la scuola, e le situazioni sociali.
Alcuni soggetti mostrano segni del disturbo solo in alcune circostanze, come a scuola durante le lezioni e soprattutto quando viene richiesta un’elevata concentrazione, come ascoltare l’insegnate o svolgere i compiti. Nella classe la disattenzione è evidenziata dal non riuscire ad applicarsi ai propri compiti abbastanza da portarli a termine e dalle difficoltà a organizzare e completare correttamente il lavoro, o compito.
Può manifestarsi con l’incapacità di seguire le richieste e le istruzioni e nel passaggio frequente da un’attività non completata all’altra. Il soggetto dà l’impressione di non ascoltare o di non aver sentito quello che gli è stato detto. Con i coetanei la disattenzione è evidente nella incapacità di seguire le regole dei giochi strutturati o di stare ad ascoltare gli altri allievi. L’impulsività è manifestata dal fatto di fare commenti fuori luogo, di dare risposte prima che vengano terminate le domande, di non riuscire ad aspettare il proprio turno nelle attività di gruppo, di non riuscire ad aspettare le istruzioni prima di cominciare a svolgere qualche compito, di interrompere l’insegnante durante le lezioni e di interrompere o di parlare agli altri allievi durante i periodi di lavoro, dove invece viene richiesto il silenzio.
Con i coetanei l’impulsività consiste nell’incapacità di aspettare il proprio turno nei giochi, nell’interrompere, nell’afferrare gli oggetti e nell’impegnarsi in attività potenzialmente pericolose senza considerare le possibili conseguenze. L’iperattività può essere evidenziata dalla difficoltà di rimanere seduti, dall’eccessivo saltellare in giro, dal correre senza meta, dalla manipolazione di oggetti, da contorcimenti del corpo, da attività molto rumorose.
Con i coetanei si osserva un eccessivo chiacchiericcio e l’incapacità di giocare tranquillamente o regolare la propria attività in conformità alle regole dei giochi. Le manifestazioni associate comprendono bassa stima di sé, labilità di umore, bassa tolleranza alla frustrazione, esplosioni di collera e, ovviamente, insufficiente rendimento scolastico. Per un’alta percentuale l’insorgenza del disturbo si verifica prima dei 4 anni, e non viene riconosciuto finché l’allievo non va a scuola.
(Giorgio Nardone, Andrea Fiorenza ,1995)
Grazie ad un protocollo specifico di trattamento, messo a punto dal professor Giorgio Nardone e dai suoi collaboratori, è possibile aiutare i ragazzi e le ragazze affette da tale problematica, a ritrovare la giusta concentrazione per poter portare avanti un iter formativo adeguato e in generale aver maggiore concentrazione in tutte le attività della loro vita.
* Nel 1980, l'American Psychiatric Association ha pubblicato la terza edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, DSM-III), il primo tentativo di approcciare la diagnosi della malattia mentale attraverso definizioni e criteri standardizzati.